Dove ha inizio l'illusione...

Da qualche tempo va diffondendosi la bizzarra teoria secondo la quale la Terra non sarebbe uno sferoide in rotazione su se stesso ed orbitante attorno al sole, bensì un disco piatto ed immobile, coperto da una cupola di materiale ignoto. Il centro di questo disco sarebbe occupato dall'artico, mentre l'antartico rappresenterebbe uno smisurato anello di ghiaccio che ha la funzione di contenere le acque degli oceani.

Coloro che credono in questa teoria, i flat-earthers, sostengono che l'intera popolazione mondiale sia da sempre indottrinata da una elìte imperante che ci manipola attraverso le scuole, i mass media e, in special modo, la NASA che avrebbe il ruolo chiave di produrre finte missioni spaziali e finte immagini dello spazio. La Terra sferica sarebbe un inganno propinatoci fin da piccoli per non consentirci di conoscere la verità. Per corroborare il loro credo e per fare proseliti, da qualche tempo i flat-earthers stanno inondando internet di materiale multimediale che proverebbe, secondo quanto sostengono, la Terra piatta. Nonostante queste presunte prove siano campate in aria, riescono comunque a confondere ed a fare presa su molte persone che, per le ragioni più disparate, non sono equipaggiate con sufficienti conoscienze logico-matematiche utili a smascherare la truffa.

Sono convinto che nel movimento dei flat-earthers ci siano molte persone genuinamente convinte che la Terra sia piatta, ma risulta abbastanza evindente che a capo di questa faccenda ci sia qualcuno che ci sta lucrando.

NOVITA'!: Finalmente, un po' di restyling del blog! Adesso potrete accedere agli articoli pubblicati, attraverso la home page, semplicemente cliccando sulla icona relativa

sabato 30 luglio 2016

Isola d'Elba

In “200 prove che la Terra non è una palla che gira” la numero 77 recita:  
Sempre da Genova, nelle giornate terse, l’Isola d’Elba è visibile a una incredibile distanza di 125 miglia! Se la Terra fosse una palla di 25.000 miglia di circonferenza, l’Elba dovrebbe essere sempre invisibile sotto 8770 piedi di curvatura.


Questo esempio, mostrato in Italia ha abbastanza successo, e viene spesso riportato accompagnato dalla foto sopra. Oltre all'Isola d'Elba, sarebbero numerosi i casi di “panorami paradossali”, luoghi che non dovrebbero essere visibili perché nascosti dalla curvatura, e che invece lo sono. In genere viene usata una foto come prova. 

Un altro esempio è il seguente post: 
 


La corsica vista da ventimiglia...180 km di mare PIATTO :)...eppur dovrebbe essere la corsica nascosta da 2500 metri di curvatura...vogliono farci credere che cio che vediamo non è reale...si chiama controllo...nei meme qui sotto le info!!! 

Il problema in queste foto è che manca un dato importante. Infatti per determinare se un oggetto è visibile o meno servono tre dati, tutti e tre ugualmente importanti: 

1)Altezza dell'osservatore 
2)Distanza dell'oggetto 
3)Altezza dell'oggetto osservato 

Se manca anche solo uno dei tre, non siamo in grado di dire nulla. 
Notiamo che in entrambi i casi viene riportata la distanza dell'oggetto osservato (200 km nel primo caso e 180 km nel secondo), e non è troppo difficile informarsi sull'altezza degli oggetti osservati. Non ci viene data però nessuna informazione sull'altezza dell'osservatore: 

Si trova sulla spiaggia? Su una collina? Su una montagna? 

Non si sa, non ci viene comunicato questo dato fondamentale, peccato. 
Non tutto però è perduto, possiamo infatti informarci sulla zona da cui la foto è stata scattata e fare alcune ipotesi. 
Consideriamo per esempio la seconda foto: cercando su internet si può rintracciare il link originale della foto (http://www.ventimiglianews.it/201104053259/Costume-e-Societa/la-corsica-da-ventimiglia.html) che specifica chiaramente: 
“Ecco un'immagine appena scattata dalle alture ventimigliesi”, dunque la foto non è stata presa dalla spiaggia, bensì da una collina. Una possibilità è che essa sia stata presa da dietro la stazione di Ventimiglia, dove vi sono rilievi di altezza variabile tra i 200 e i 400 metri. 

Se la foto fosse stata presa da lì, diciamo anche solo da un'altezza di 200 metri, allora tutti i rilievi più alti di 1300 metri dovrebbero essere visibili ad una distanza di 190 km. Infatti nella foto scattata è ben visibile un rilievo montuoso, che può probabilmente essere identificato con il monte Cinto, di un'altezza di 2706 metri, ben al di sopra del limite di visibilità. 

La costa della Corsica invece nella foto non è visibile, in quanto si trova al di sotto del limite di visibilità ed è quindi nascosta dalla curvatura terrestre. Dunque i conti tornano e non c'è nessuna contraddizione con la curvatura terrestre.


Monte Cinto


Passiamo ora al panorama da Genova. Di nuovo non ci viene comunicata l'altezza da cui la foto è stata scattata. Guardando il video che spesso accompagna la foto si vede però la città di Genova dall'alto, quindi anche in questo caso chi ha scattato la foto si trovava su una collina. 

I dati del comune riportano che i rilievi più alti siano a 800 metri di altezza, ma non è necessario salire così in alto per vedere la Corsica da Genova in una terra sferica. 

Guardando la foto, la sagoma con la scritta “Corsica” sulla destra sembra di nuovo corrispondere al profilo del monte Cinto, che si trova a 220 km da Genova. Da questa distanza, supponendo un'altezza superiore ai 300 metri per l'osservatore, tutti i rilievi più alti di 1960 metri dovrebbero essere visibili (ricordiamo che il monte Cinto è alto 2706 metri) quindi nessun problema. 

E l'isola d'Elba? 

Il punto più alto dell'isola d'Elba è il monte Capanne 1019m e ad una distanza di 200 km dovrebbe essere quindi invisibile (tenendo come riferimento per l'altezza dell'osservatore 300 metri, in realtà potrebbe anche trovarsi più in alto), mentre invece nel video è ben riconoscibile. Non solo, è alta quasi come il monte Cinto. 

Come? Come è possibile ciò? E poi perché l'isola d'Elba ci appare così grande in confronto alla Corsica, nonostante in realtà sia molto più piccola? Si tratta forse di un effetto ottico? Ma poi, siamo sicuri che quella sia l'isola d'Elba? Cosa ce lo assicura? 

Perché informandosi sembrerebbe che la toponimia corretta sia piuttosto la seguente:



Quindi quello sulla destra sarebbe si il monte Cinto, ma i due sulla sinistra sarebbero invece il monte Asto (alias Capraia) 1535m e il monte Stello (alias isola d'Elba) 1307m, due rilievi importanti della Corsica. Non si tratterebbe quindi di tre isole differenti, bensì di tre diverse montagne della Corsica.

Ma come esserne sicuri? 

 Per fortuna la tecnologia ci viene in aiuto, utilizzando il software Kashmir 3D è possibile ricreare al computer i panorami visibili da un punto scelto in una direzione a piacere. Possiamo quindi simulare il panorama visibile da Genova da un'altezza di 300 metri, in direzione della Corsica, ed il risultato che otteniamo corrisponde perfettamente alla foto sopra, sciogliendo i nostri dubbi.


A questo punto resta solo una cosa da chiarire: 
come è possibile che tre montagne della Corsica appaiano come tre isole separate? 

È qui che entra in gioco la sfericità della Terra: poiché tutto ciò che è al di sotto di 1600 metri è nascosto dalla curvatura è normale che i rilievi che superano questa altezza ci appaiano come isole. Facciamo una prova per spiegare meglio ciò che accade. 

Prendiamo una palla da tennis per rappresentare la terra sferica:


E incolliamo su di essa il profilo della Corsica (le proporzioni sono chiaramente esagerate, si tratta di un esempio esplicativo):


Facciamo ruotare la nostra terra osservando la “Corsica” da un punto lontano. Vediamo che la “costa” della “Corsica” è nascosta dalla curvatura e che le tre montagne ci appaiono come tre isole:


Post scritto da
Paolo M.

venerdì 29 luglio 2016

PROSPETTIVA FOR DUMMIES 1/2


Sottotitolo: Prospettiva, questa sconosciuta.

Con questo post vi voglio parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore:

cos'è la PROSPETTIVA e come percepiamo il mondo attraverso i nostri occhi.

Mi preme in modo particolare affrontarlo perchè la prospettiva è non solo totalmente incompresa dai flat-earthers, ma anche abusata per giustificare fenomeni naturali sulla assurda Terra piatta (che non dipendono assolutamente dalla prospettiva).

Comprendo che spiegare cosa sia la prospettiva in modo semplice e comprensibile non è impresa facile. 
Effettivamente, se questo argomento non si è affrontato in qualche scuola superiore ad indirizzo artistico o in qualche corso universitario, non è affatto semplice da capire. 
E non è nemmeno detto che questo sia sufficiente. Mi è capitato di confrontarmi con pittori e artisti in genere che sapevano usare la tecnica prospettica in maniera istintiva ma non ne capissero minimamente i principi.

Facendo una ricerca sul web, devo constatare che non sono riuscito a trovare molti siti che spieghino in maniera didascalica ed esaustiva come vediamo ciò che vediamo.

Mi prendo, quindi, l'onere (e l'onore) di fare un pò di chiarezza.

Andiamo a cominciare...

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Partiamo dai principi base. 

Alla base della nostra visione c'è la luce.
Senza luce del Sole, nessun essere vivente avrebbe mai sviluppato, evolvendosi, un apparato visivo. 


La visione nel mondo animale è molto diversificata e si è sviluppata nel corso di milioni di anni specializzandosi in base alle diverse necessità di sopravvivenza di ciascuna specie.

Ma un principio lega qualsiasi tipo di occhio esistente sulla Terra, sia esso semplice o estremamente sofisticato: 

serve a raccogliere ed elaborare la luce proveniente dall'ambiente circostante.

Ma cos'è la luce e come fanno i nostri occhi a percepire distintamente gli oggetti che ci circondano?
Perchè abbiamo bisogno della luce per farlo?

La luce è una forma di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica che viaggia, per l'appunto, alla velocità della luce.

Non voglio dilungarmi con tecnicismi su cosa sia una radiazione elettromagnetica. Potrei farlo ma non aggiunge molto alla comprensione dell'argomento trattato.

Pensiamo alla luce emanata dal sole come ad un fascio energetico bianco, che può essere scomposto nei vari colori base che ritroviamo nell'arcobaleno.



Quando questo fascio luminoso colpisce un oggetto, una parte della radiazione luminosa viene trattenuta dall'oggetto, mentre la restante parte rimbalza diffondendosi in maniera diffusa.(l'assorbimento di parte della radiazione luminosa è quella che determina il colore dell'oggetto)




Quindi, l'occhio raccoglie tutta l'informazione luminosa e solo quella, diretta o di rimbalzo sugli oggetti, che confluisce nella sua direzione attraverso uno schema a cono, di cui la pupilla è il vertice. 

Passando attraverso la pupilla, questa informazione viene proiettata sulla parete interna del bulbo: 
la retina.



Infine, la retina contiene miliardi di ricettori sensibili alla luce colorata (coni e bastoncelli) , che inviano le informazioni ricevute al cervello per la ricostruzione dell'immagine catturata.



Il meccanismo della visione è ben rappresentato dal funzionamento di una CAMERA OSCURA.

La Camera Oscura (o Camera Stenopeica) è un dispositivo ottico composto da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro sul fronte e un piano di proiezione dell'immagine sul retro.



Come potete vedere, la Camera Oscura funziona esattamente come il nostro occhio. L'unica informazione luminosa che trapela all'interno della scatola deve necessariamente passare per il foro e lo fa seguendo uno schema a cono. 

Di seguito potete vedere una semplice Camera Oscura realizzata coprendo le finestre di una stanza e praticando un foro nella plastica che le copre.




 


Questo sistema di proiezione conica della luce su di una parete verticale genera la Prospettiva. La Camera Oscura è stata usata moltissimo da pittori di ogni epoca per realizzare dipinti in prospettiva prima ancora che venissero gettate le basi di una Scienza della Rappresentazione della Prospettiva con delle regole codificate.

Di seguito, riporto alcune pitture e disegni che testimoniano l'utilizzo della Camera Oscura in pittura.

Al Azen (965-1040 DC)

Giovanni Battista della Porta (1535–1615)

Dispositivo di Camera Oscura realizzato per il ricalco delle immagini

Penso che abbiate già capito che fotocamere e telecamere non sono altro che delle Camere Oscure perfezionate.

Le prime macchine fotografiche erano delle vere e proprie scatole con un foro.


A questo punto, abbiamo capito una cosa fondamentale:

Così come accade nell'occhio umano, attraverso una Camera Oscura possiamo raccogliere l'immagine prospettica andando ad intercettare un flusso luminoso convergente, passante attraverso un foro, mediante un  piano verticale.

La prospettiva è, quindi, l'immagine che si forma su di un piano verticale intercettando una proiezione di raggi dell'informazione luminosa convergenti verso uno specifico punto di vista.

FONDAMENTALE: non esiste prospettiva senza punto di vista.

Detto questo, possiamo in qualche modo liberarci della Camera Oscura, perche tutto ciò di cui abbiamo bisogno è di un piano verticale che intercetti il flusso luminoso convergente verso il nostro occhio, che può essere tranquillamente frapposto tra il nostro punto di vista e la scena. 

Ma come si può mettere in pratica questo quadro esterno?

Nel corso dei secoli, i pittori hanno escogitato diversi stratagemmi per poter utilizzare efficaciemente questo quadro. Qui di seguito, vi riporto qualche illustrazione con diverse tecniche:




Vediamo quali sono alcuni elementi caratteristici di questi metodi:

1) Il punto di vista è sempre fisso. In alcuni casi il pittore guarda direttamente la scena da una mira fissa mentre, in altri casi, il punto di vista è rappresentato da un gancio sul muro.

2) Ogni punto della scena è sempre linearmente connesso al punto di vista. Il quadro frapposto ha lo scopo di intercettare la traccia di ogni linea scena-punto di vista. Qesto è ben rappresentato negli ultimi due metodi:  Dal gancio, viene tesa una corda che sta a rappresentare il tragitto di un singolo raggio luminoso che , dal soggetto della rappresentazione, converge verso il punto di vista.


Per capire chiaramente cosa questi pittori stanno cercando di ottenere, vi mostro un'altra immagine:





Ecco, questa immagine è l'essenza della rappresentazione prospettica.

Abbiamo l'osservatore (punto di vista) che guarda un cubo. Spigoli e bordi del cubo sono collegati linearmente all'occhio dell'osservatore ed il quadro verticale frapposto ne cattura la traccia. Il risultato è un'immagine in prospettiva del cubo.

Nel prossimo post vedremo quali sono le leggi della prospettiva, chi le ha codificate, e perchè i flatearthers si sbagliano di grosso.






martedì 26 luglio 2016

Nel frattempo, in Antartide...


L'Antartide è forse uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi del nostro pianeta. Con le sue temperature proibitive che scendono sotti i -50°C (nel Plateau centrale si raggiungono i -88 °C), il continente antartico rappresenta il quarto per estensione territoriale dopo Asia, Africa e America ed il suo territorio è ricoperto per il 98% da ghiaccio. 

Ma l'Antartide non è sempre stata gelata: sotto lo strato ghiacciato si trova un vero e proprio continente sepolto, ricco di giacimenti d'oro, rame ed uranio. Vi è inoltre la presenza di carbon fossile, segno che una volta questo continente godeva di un clima mite ed era ammantato di grandi foreste (parliamo di molti milioni di anni fa) 

Come abbiamo già visto in altre occasioni guardando la mappa della Terra piatta, i flat-earthers sono convinti che l'Antartide non sia un continente ma si tratti, invece, di uno sconfinato anello costituito da un alto muro di ghiaccio che impedirebbe all'acqua degli oceani di defluire via (defluire non si sa bene dove).



Inoltre, essi sostengono che non esistono voli a cui è permesso di sorvolare questo anello. Perfino la navigazione al di sotto del 60simo parallelo sarebbe interdetta. La mappa del continente antartico e tutto ciò che vi è rappresentato sopra sarebbe, come al solito, una finzione per tenere nascosta alle popolazioni ciò che si trova oltre il famoso bordo. Le varie nazioni avrebbero addirittura sottoscritto un trattato appositamente per non permettere a nessuno di conoscere la verità. Chiunque osasse infrangere questi divieti rischierebbe dal semplice respingimento, all'incarcerazione. Qualcuno sarebbe perfino stato ucciso per essere riuscito a oltrepassare il limite sorvegliato (sorvegliato non si sa bene come e da chi!).

Ciò in cui credono i flat-earthers riguardante l'Antartide è platealmente errato.

Vediamo il perchè partendo con un pò di storia.


Nonostante la sua vastità, l'esistenza del continente antartico è stata a lungo ignorata, sebbene fin dall'antica Grecia qualcuno già ne supponesse l'esistenza.
Avendo compreso la natura sferica della Terra, nel IV secolo A.C. Aristotele ipotizzò che, in contrapposizione al freddo polo nord, ce ne dovesse essere uno altrettanto freddo al polo sud.
[I nomi Artico ed Antartico derivano proprio dal greco. Arktikos (arktos significa orsa) stava ad indicare le terre sotto la costellazione dell'Orsa Maggiore, mentre il nome Antarktikos indicava quelle agli antipodi (Anti Arktikos)].

I primi tentativi cartografici di rappresentare i territori a sud del tropico del capricorno vennero fatti sulla scorta della spedizione di circumnavigazione del globo da parte di Ferdinando Magellano tra il 1519 ed il 1522. 




 

Magellano non raggiunse mai l'Antartide ma in alcuni passaggi del suo viaggio potè confermare che esistevano terre inesplorate a meridione aprendo un'epoca di spedizioni nell'emisfero australe per la ricerca di nuove rotte commerciali con l'Oriente. 

Soprattutto, Magellano provò che la Terra era sferica. 

Se riportassimo la rotta seguita da Magellano sulla mappa della Terra piatta ci accorgeremmo che sarebbe un viaggio umanamente impossibile da affrontare.

Pensare che qualcuno possa navigare in mare aperto per tragitti così lunghi è semplicemente assurdo.

In particolare potete vedere come la porzione di tragitto compresa tra il Sudamerica e l'australia assuma proporzioni grottesche sulla Terra piatta.

In particolare potete vedere come la porzione di tragitto compresa tra il Sudamerica e l'australia assuma proporzioni grottesche sulla Terra piatta.
All'epoca era abbastanza inconcepibile pensare di fare tratti di mare così lunghi senza fermarsi per fare approbbigionamenti. Tant'è vero che si tendeva a non allontanarsi troppo dalla costa. Basti pensare che la traversata dell'oceano atlantico di Colombo, che sulla terra piatta rappresenta circa 1/10 del tratto SudAmerica-Australia di Magellano, fu seriamente messa a rischio, non solo per l'incertezza della meta, ma anche perchè i viveri cominciarono a scarseggiare.


Gli anni successivi al ritorno dell'equipaggio di Magellano (egli morì nelle Filippine nel 1521), i cartografi fecero a gara nel tentativo di rappresentare delle mappe aggiornate con le poche nuove informazioni a disposizione, ricorrendo anche a ricostruzioni molto fantasiose.
 
Se occorresse ribadirlo, nel '500 la sfericità della Terra era assolutamente una questione risolta.

Ancora per tutto il XVII secolo nessun navigatore raggiunse le coste antartiche. I cartografi continuavano ad aggiungere dettagli alle loro mappe continuando a mantenere per il continente antartico la dicitura "TERRA AUSTRALIS INCOGNITA". 


Jan Janssonius, 1657
Il primo navigatore ad avvicinarsi al continente antartico attraversando il circolo polare artico ed arrivando a meno di 75 miglia nautiche dalla costa senza però avvistarla, fu James Cook nella sua seconda spedizone tra il 1772-1775.

Come per la rotta di Magellano, anche questa non avrebbe alcun senso se riportata sulla mappa della Terra piatta.

L'Antartide fu ufficialmente scoperta nel 1820 da Fabian Gottlieb von Bellingshausen, un navigatore russo che approdò sulla Costa della Principessa Martha.

Assodata l'esistenza di una terra ferma da perlustrare, negli anni successivi le spedizioni antartiche via terra si susseguono sempre più frequenti da parte di esploratori di ogni nazionalità. Tra questi spicca la spedizione del norvegese Roald Amundsen che nel 1911 raggiunse per la prima volta il polo sud insieme ad altri quattro compagni.



https://it.wikipedia.org/wiki/Esplorazioni_antartiche

Come potete vedere dal link, tantissime persone hanno dedicato la loro esistenza all'esplorazione dell'Antartide. Sostenere che il continente antartico non esiste ma bensì si tratta di un anello di ghiaccio attorno ad una Terra piatta significa negare le storie di questi uomini valorosi, alcuni dei quali persero anche la vita nell'impresa.

Ma, andiamo avanti.

A seguito delle numerosissime esplorazioni condotte sul suolo antartico, seguirono le inevitabili rivendicazioni territoriali da parte delle nazioni i cui esploratori avevano piantato una bandiera sul continente.


Per evitare possibili conflitti, nel 1959 venne stipulato un accordo internazionale finalizzato alla definizione dell'utilizzo delle parti disabitate dell'Antartide che si trovano a sud dei 60° di latitudine Sud. Il trattato costituisce la base del complesso sistema di accordi multilaterali definito come sistema del trattato antartico (Antarctic Treaty System o ATS).

L'obiettivo del trattato fu quello di stabilire le linee guida per l'utilizzo pacifico delle risorse del continente e per la preservazione di flora e fauna e dell'ecosistema.

In sintesi, il trattato pose le seguenti condizioni:
  • Art. I: l'Antartide deve essere utilizzato solo per scopi pacifici. È proibita l'installazione di basi militari, fortificazioni, manovre militari e il test di qualunque tipo di arma. Il trattato non impedisce l'impiego di personale militare o equipaggiamento militare per scopo scientifico o per altri scopi pacifici.
  • Art. II: le indagini scientifiche in Antartide sono libere e nell'ambito di cooperazioni internazionali. Sono tuttavia soggette al trattato.
  • Art. III: le parti contraenti ottemperano allo scambio di informazioni sui programmi scientifici, per ridurre le spese e aumentare l'efficienza delle operazioni, allo scambio di personale tra le varie stazioni e le spedizioni, allo scambio di osservazioni scientifiche e dei risultati. Questi saranno resi pubblicamente disponibili.
  • Art. IV: non potranno essere effettuate nuove rivendicazioni territoriali, o allargamenti di territori esistenti o di sovranità territoriali mentre il trattato è in vigore.
  • Art. V: qualunque esplosione nucleare, e il rilascio di materiali radioattivi nel territorio coperto dal trattato è proibito.
  • Art. VI: l'area coperta dal trattato si estende a sud del parallelo con latitudine 60° S. Include tutta la calotta ghiacciata. Il trattato non interferisce con i regolamenti internazionali nelle acque internazionali.
  • Art. VII: per promuovere gli obiettivi del trattato e per verificare la sua applicazione, ogni parte contraente può designare degli osservatori per compiere ispezioni. Ogni osservatore deve avere pieno accesso, in qualunque momento, in tutte le aree dell'Antartide. Tutte le aree, tra cui tutte le stazioni, le installazione e l'equipaggiamento contenuto in esse, le navi e gli aerei nei punti di imbarco e sbarco cargo e/o personale in Antartide devono essere aperte alle ispezioni a qualunque osservatore designato. Possono essere compiute delle osservazioni aeree. Ogni parte contraente deve notificare alle altre parti tutte le spedizioni da e verso l'Antartide, tutte le stazioni occupate e tutto il personale e l'equipaggiamento militare introdotto.
  • Art. VIII: gli osservatori sono soggetti solo alla giurisdizione delle nazioni a cui appartengono, per le responsabilità delle azioni condotte nel territorio Antartico.
Nel corso degli anni, 47 nazioni hanno sottoscritto questo trattato.

Contrariamente a quanto sostengono i flat-earthers, quindi, questo non è un trattato per tenere la popolazione all'oscuro di ciò che si trova in Antartide.
Non esistono forze militari che pattugliano le coste antartiche per impedire a qualche civile curioso di scoprire verità incoffessabili.

Se occorrono permessi per recarsi oltre il 60mo parallelo Sud è per assicurarsi che qualcuno non faccia qualcosa di stupido che danneggi se stesso o l'eco-sistema antartico.

D'altronde, non si capisce perchè l'idea di richiedere un'autorizzazione per recarsi in Antartide dovrebbe destare qualche sospetto, dal momento che è normale prassi quella di richiedere un visto quando ci si reca in un paese straniero con tanto di dichiarazione delle motivazioni della visita.

Veniamo alla situazione attuale in Antartide e cerchiamo di capire perchè quanto sostengono i flat-earthers non si fonda su nulla.

Oggigiorno sul suolo antartico sono stanziate la bellezza di 76 basi di ricerca scientifica (alcune permanenti ed altre stagionali) di ben 30 nazioni.

 

Vi faccio l'elenco, così avete un pò il senso della cosa:

Finlandia, Argentina, USA, Uruguay, Giappone, Russia, Cile, Germania, India, Australia, Brasile, Italia, Francia, Cina, Spagna, Gran Bretagna, Corea del Sud, Pakistan, Romania, Perù, Ecuador, Repubblica Ceca, Bielorussia, Belgio, Sud Africa, Nuova Zelanda, Svezia, Norvegia, Ucraina, Polonia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Basi_scientifiche_in_Antartide
http://www.coolantarctica.com/Community/antarctic_bases.php 

Capite che sostenere l'idea di un'Antartide sotto controllo di forze militari (statunitensi?) non ha alcun senso?

Qualcuno potrebbe sostenere che il personale inviato in Antartide farebbe comunque parte di una sorta di elìte scientifica, una sorta di setta templare votata a mantenere il segreto.

Ma l'Antartide non è solo terreno di ricerca scientifica.

Oltre alle oltre 4000 di persone ospitate nelle basi scientifiche, migliaia di civili visitano l'Antartide ogni anno acquistando pacchetti turistici di vario tipo, tutti itinerari che prevedono il superamento del 60mo parallelo.

Su WONDERLUST (rivista specializzata in viaggi turistici) vengono addirittura suggeriti 7 differenti itinerari per poter visitare l'Antartide.

Ve li elenco brevemente e poi focalizzerò su uno specifico di questi (i dettagli li trovate nel link):

1) Il classico itinerario attorno alla penisola ad ovest
2) Attraversamento del Circolo Polare
3) Antartica, Sud Georgia ed isole Falklands
4) Il mare di Ross dalla Nuova Zelanda
5) Il mare di Weddell dalla penisola ad est
6) Volare in Antartide e sul Polo Sud
7) La semi-circumnavigazione dell'Antartide

Vediamo cosa prevede il punto 6: Volare in Antartide e sul Polo Sud


Esistono due compagnie private che stanziano dei campi stagionali in Antartide, raggiungibili con volo aereo, ed usate per scalatori, scienziati e visitatori facoltosi. Da questi campi, tempo permettendo, è possibile volare al Polo Sud.

Le due compagnie sono:
1) Adventure Network International 
2) White Desert Antarctica

L'ANI gestisce l'Union Glacer Camp, ai piedi della Penisola Antartica, ed offre delle esperienze molto diversificate e particolarmente impegnative, tra le quali la scalata di alcune delle vette più alte del continente e 3 diverse traversate del continente sugli sci (una delle quali ispirata da Reinhold Messner, a seguito della sua traversata sugli sci dell'Antartide).
 
Inoltre, è possibile volare fino al Polo Sud geografico e perfino pernottavi una notte.






Il White Desert Antarctica stanzia il suo accampamento,Whichaway Camp, nella Queen Maud Land
ed è raggiungibile via aereo da Cape Town in Sud Africa.

Anche nel pacchetto di questa compagnia è prevista la visita al Polo Sud ed alla base Amundsen-Scott mediante collegamento aereo.



L'unico vero problema per chiunque voglia affrontare questo tipo di avventura è il costo proibitivo del pacchetto: la White Desert Antarctica chiede 64.000 € a persona per 7-11 giorni.



Fortunatamente, questi non sono gli unici modi per sorvolare l'Antartide in aereo.
Esiste una compagnia aerea, l'Antarctica Flights della Quantas, che propone il sorvolo di porzione dell'Antartide per cifre decisamente più abbordabili.


 


La sorvolata parte da Sydney o Melburne ed arriva quasi fino sopra alla base americana McMurdo per poi tornare indietro.




Oltre alle basi scientifiche e al semplice turismo, c'è anche chi si reca in Antartide per correre. Ebbene sì, ogni anno un gruppo di intrepidi maratoneti (sono stati 53 nel 2016) si ritrova a soli 1000 km dal polo sud per partecipare ad una delle maratone più estreme in assoluto:
L'Antartic Ice Marathon.

 

L'evento, che ricorre annualmente dal 2005, prevede oltre al classico percorso di 42,2 km, una competizione sui 100 km. Il tutto sul ghiaccio, a temperature che si aggirano intorno ai -20°. Una sfida che richiede una grande preparazione, ma una tappa obbligata se si vuole diventare membro del "7 Continents Marathon Club": un gruppo davvero esclusivo in cui per poter entrare, bisogna superare il requisito di aver percorso almeno una maratona in ogni continente.


Penso che le informazioni qui riportate siano abbondanti e sufficienti per fugare qualsiasi dubbio sulla natura del'Antartide.

Alla prossima.





domenica 24 luglio 2016

Rotte Aeree

(Un vivo ringraziamento a Paolo per questo suo ottimo contributo.)

Uno degli argomenti che convince maggiormente i flat-earthers della non sfericità della Terra è il mistero delle rotte aeree: In sostanza, in certi voli verrebbero scelti degli scali che allungano di molto il percorso in maniera apparentemente illogica. Lo scalo prenderebbe, però, senso se si considera la rotta su una Terra piana. In questa nuova prospettiva, il tragitto complessivo dell'aereo è una linea retta o quasi. 

L'esempio più eclatante è la rotta aerea che unisce Sydney (Australia) e Santiago (Cile). Nella Terra sferica, il tragitto più breve dovrebbe essere un volo di 11.500 km che attraversa l'oceano pacifico. In pratica, però, si fanno due o più scali in Nord America, coprendo circa il doppio della distanza. Sulla Terra piatta, invece, la linea che unisce Sydney e Santiago passa, appunto, per il Nord America ed ha quindi senso farvi scalo.



Sinceramente mi stupisce che un argomento di questo tipo possa fare presa. E' chiaro, infatti, che, quando si stabiliscono delle rotte aeree, lo scalo non viene scelto unicamente in base alla distanza, ma tiene conto anche di fattori economici: 

In generale è più conveniente fare scalo in un aeroporto con grande affluenza. 

Facciamo un esempio più nostrano.

Per fare il tragitto Ancona-Firenze in treno si è costretti a passare per Bologna, allungando di molto la strada. Ciononostante, nessuno si sognerebbe di affermare che questa sia una prova del fatto che la forma dell'Italia sia differente da come viene normalmente rappresentata e che in realtà Bologna si trovi a metà strada tra Ancona e Firenze. È semplicemente una questione di ottimizzazione.

Si potrebbe obiettare che sulla terraferma il ragionamento sia diverso rispetto al caso degli aerei, in quanto si deve tenere conto di ostacoli naturali. 

Esistono però numerosi controesempi anche considerando voli aerei che si possono trovare abbastanza facilmente. Facendo una ricerca sul volo più economico Parigi-Amsterdam, i primi due risultati contengono uno scalo rispettivamente a Lione e Clermont, due città francesi che si trovano molto più a sud di Parigi. D'altra parte, è risaputo che in generale i voli con scali sono i più economici. Concludendo, non mi sembra che la scelta dello scalo possa darci molte informazioni.  



D'altra parte,devo però ammettere che un po' stupisce che non esistano voli diretti da Sydney a Santiago. In fondo si tratta di due città importanti.

Perché non dovrebbe esistere un volo che leghi direttamente le due città, magari più costoso, però più comodo, per chi può permetterselo? Forse è a causa dei gelidi venti polari? Oppure per evitare di sorvolare troppo a lungo l'oceano?

Ma poi,siamo veramente sicuri che non esista un volo diretto Sydney-Santiago? È vero che ci sono decine di video che ce lo assicurano, però, perché non controllare?

In fondo si tratta solo di una ricerca di qualche minuto su internet. Proviamo quindi ad andare su un sito di prenotazioni voli a caso (www.expedia.com.au) e facciamo una ricerca che includa solo i voli diretti. E cosa scopriamo?  Che il volo diretto Sydney-Santiago in realtà esiste, eccolo qua:


Non solo questo volo esiste, ma in più dura “solo” 13 ore,un'ora in meno del tempo necessario per andare da Sydney a Los Angeles:


Sulla Terra sferica, le due città si trovano circa alla stessa distanza dalla metropoli australiana ed è quindi logico che il tempo di percorrenza sia lo stesso. Vi riporto sotto le tratte Sydney-Los Angeles e Sydney-Santiago sulla mappa della Terra piatta.

Guardatele bene riflettendo sul fatto che per entrambe si impiega lo stesso tempo a percorrerle. È vero che i teorici della Terra piatta sono i primi ad ammettere che la loro rappresentazione della Terra non sia precisa al 100% però mi sembra che in questo caso l'incongruenza sia considerevole.

In realtà, poi, è ancora peggio di così, perché la tratta Sydney-Santiago deve passare per l'oceano pacifico (altrimenti i passeggeri si accorgerebbero di stare sorvolando il Nord America e il polo nord). Per evitare ciò, sulla Terra piatta il tragitto dell'aereo dovrebbe corrispondere ad un larghissimo cerchio di lunghezza pari a più di due volte la tratta Sydney-Los Angeles. Ripetiamo che le due tratte vengono percorse entrambe in circa 14 ore.




Ebbene, cosa si può obiettare a questo punto?
Arrampicandosi sugli specchi si potrebbe affermare che in realtà il volo diretto Sydney-Santiago è  fittizio, non verrebbe proprio effettuato.

Secondo i flat-earthers che negano l'esistenza di questa rotta, i passeggeri che prenotano il volo diretto se lo vedrebbero sistematicamente cancellare subendo un trasferimento forzoso verso il volo che fa scalo a Los Angeles. 

È vero che bisognerebbe essere in malafede per affermare ciò, perché vorrebbe dire accettare le rotte aeree come prova solo finché queste confermano la propria tesi e negarle quando invece la contraddicono. 
Un esempio di questo ragionamento capzioso: le rotte aeree compatibili con la Terra piatta esistono e quelle che la contraddicono invece sono finte. Il motivo? Perché sappiamo già che la Terra è piatta. E quindi ciò che si voleva dimostrare viene preso come vero a priori ed utilizzato come scusa per negare la realtà dei fatti. 

Tipico ragionamento da flatearther. 

L'inesistenza di un volo diretto Sydney-Santiago solleverebbe forse qualche domanda, ma in fondo nessuno ne rimarrebbe meravigliato. Una cosa che invece stupirebbe tutti sarebbe la cancellazione sistematica dei quattro voli settimanali Sydney-Santiago (e dei quattro voli nella direzione opposta ovviamente) per un totale di circa tremila passeggeri coinvolti ogni settimana. 
Questa è una cosa che verrebbe sicuramente ben presto notata e che spingerebbe la gente a farsi delle domande. 
Eppure non esistono flat-earther intraprendenti che abbiano mai raccolto prove in tal senso, che abbiano mai provato a prenotare e viaggiare con questi voli. Ciononostante, nei loro video affermano sempre che i voli Sydney-Santiago non sono proprio previsti. 

Per fugare gli ultimi dubbi, aspettiamo l'orario di decollo del volo e vediamo se l'aeroporto di Sydney (www.sydneyairport.com.au/flights/flight-arrivals-and-departures/) ci segnala che il volo è stato cancellato.

Ebbene no, a quanto pare l'aereo è partito senza problemi:


12 ore e 45 minuti dopo l'aeroporto di Santiago 

I 400 passeggeri del volo sono arrivati a destinazione. Possiamo tirare un sospiro di sollievo per loro, con buona pace di chi pensava di utilizzare le rotte aeree per confutare la sfericità della Terra...


Paolo M.