Dove ha inizio l'illusione...

Da qualche tempo va diffondendosi la bizzarra teoria secondo la quale la Terra non sarebbe uno sferoide in rotazione su se stesso ed orbitante attorno al sole, bensì un disco piatto ed immobile, coperto da una cupola di materiale ignoto. Il centro di questo disco sarebbe occupato dall'artico, mentre l'antartico rappresenterebbe uno smisurato anello di ghiaccio che ha la funzione di contenere le acque degli oceani.

Coloro che credono in questa teoria, i flat-earthers, sostengono che l'intera popolazione mondiale sia da sempre indottrinata da una elìte imperante che ci manipola attraverso le scuole, i mass media e, in special modo, la NASA che avrebbe il ruolo chiave di produrre finte missioni spaziali e finte immagini dello spazio. La Terra sferica sarebbe un inganno propinatoci fin da piccoli per non consentirci di conoscere la verità. Per corroborare il loro credo e per fare proseliti, da qualche tempo i flat-earthers stanno inondando internet di materiale multimediale che proverebbe, secondo quanto sostengono, la Terra piatta. Nonostante queste presunte prove siano campate in aria, riescono comunque a confondere ed a fare presa su molte persone che, per le ragioni più disparate, non sono equipaggiate con sufficienti conoscienze logico-matematiche utili a smascherare la truffa.

Sono convinto che nel movimento dei flat-earthers ci siano molte persone genuinamente convinte che la Terra sia piatta, ma risulta abbastanza evindente che a capo di questa faccenda ci sia qualcuno che ci sta lucrando.

NOVITA'!: Finalmente, un po' di restyling del blog! Adesso potrete accedere agli articoli pubblicati, attraverso la home page, semplicemente cliccando sulla icona relativa

sabato 17 settembre 2016

Vendée Globe


Un argomento che i flaterthers non conoscono o che non amano affatto affrontare è quello che riguarda la Vendée Globe.


La Vendée Globe è una delle più impegnative regate per barche a vela mai concepite, da molti considerata come la più significativa delle competizioni in ambito velico e soprannomiata « L'Everest del mare».

La manifestazione fu ideata dal velista Philippe Jeantot nel 1989 il quale, insoddisfatto della formula delle gare a tappe, decise di allesture questa regata non-stop che, nelle sue intenzioni, doveva rappresentare la sfida per eccellenza per i navigatori in solitaria.

La regata consiste in una circumnavigazione completa del globo terrestre in solitaria al largo dell'Antartide, senza possibilità di attracco o di assistenza esterna (pena l'esclusione).

La primissima edizione si svolse a cavallo tra il 1989 ed il 1990 e vi partecipò lo stess Jeantot che arrivò ottavo. Da quella prima  edizione, la regata si è svolta regolarmente ogni quattro anni, ed alla fine di quest'anno potremo assistere all'ottava edizione dell Vendée Globe, che partirà il 6 novembre.



La competizione potrà essere seguita non solo attraverso i vari social media ed il canale dedicato su youtube, ma anche  virtualmente attraverso il proprio tablet o smartphone grazie all'app virtual regatta o attraverso google earth mediante il rilascio di file .kml (l'estensione .kml indica un linguaggio per la gestione di dati geospaziali che può essere caricato in Google Earth https://it.wikipedia.org/wiki/Keyhole_Markup_Language)


Esempio di tracciamento della Vendèe Globe su Google Earth



Qui di seguito potete vedere il percorso della competizione su diverse mappe:




Vediamo, quindi, qualche dato relativo a questa regata e perchè rappresenta l'ennesima prova che la Terra non è affatto piatta.

Il percorso della Vendée Globe è, approssimativamente, di 21600 miglia nautiche, ovvero 40mila km.

Chiediamoci una cosa:

questa distanza è compatibile con le dimensioni della Terra piatta?

Verifichiamolo subito.

Come abbiamo visto in precedenza, la Flat Earth Society stima il diametro della Terra piatta in 25mila miglia nautiche, che corrispondono a poco pù di  46mila km.

Come già fatto in altre occasioni, ho utilizzato un sofware 3D ed ho simulato la Vendèe Globe su di un modello di Terra piatta avente tale diametro. Il percorso tracciato risulta di circa 130mila km, circa TRE VOLTE la sua reale lunghezza. 

 
 Capite chiaramente che la regata non funziona affatto sulla Terra piatta.


Proviamo a calcolare il percorso riportandolo su un modello tridimensionale della Terra utilizzando, in via approssimata, il suo diametro medio.


Come potete vedere da questa ulteriore simulazione 3D, la distanza del percorso riportato sul modello del globo terrestre corrisponde con quella dichiarata dall'organizzazione della manifestazione.

Non penso che servano ulteriori commenti. Quindi penso che possiamo concludere dicendo che con una semplicissima misurazione abbiamo confutato la Terra piatta per l'ennesima volta.

Dopo questa evidenza non c'è molto altro da dire, quindi vi saluto e ci vediamo alla prossima puntata.

sabato 10 settembre 2016

Il meraviglioso caso del monte Rainer e della sua ombra


Tra i fenomeni naturali che confutano inequivocabilmente l'idea di un sole orbitante a 4000-5000 km di altezza, e quindi l'intera idea di Terra piatta, c'è quello che riguarda il monte Rainer e la sua ombra proiettata sulle nuvole.

Sul web si possono trovare svariate immagini molto suggestive di queso picco innevato, la cui ombra si distende su un tappeto di nuvole altocumolo partendo dalla vetta in giù.



Immagini tratte dal sito AmusingPlanet


Il monte Rainer è un stratovulcano dormiente nel parco nazionale dello Stato di Washington sul versante nord-occidentale statunitense a sud di Seattle, a cui il monte conferisce la sua denominazione (Mount Rainer National Park ).
 

La cima del monte svetta ad una quota di 4392 m s.l.m su di un territorio circostante pressochè pianeggiante che si esntende per chilometri e chilometri nell'entroterra statunitense.

Questa particolare conformazione orografica, alquanto rara, è la causa principale del fenomeno assieme ad un altro dettaglio del tutto non trascurabile:

il sole non viaggia affatto ad una quota costante di 4000-5000 km, ma si abbassa fin sotto il piano delle nuvole altocumulo, ad una quota di 4-5 km, altrimenti non potrebbe proiettare l'ombra del monte sulle nuvole dal basso verso l'alto.

Il fatto che il monte abbia questa elevazione lo porta a lambire con impressionante precisione  proprio il tappeto di nuvole che lo sovrasta, mentre il territorio completamente pianeggiante permette ai raggi solari di raggiungere la sagoma del monte e di proiettarlo sulla faccia inferiore del manto nuvoloso.

Nonostante l'evidenza di quanto appena affermato sia assolutamente indiscutibile, qualche flatearther ha avuto la fantasia ed il coraggio di proporre delle spiegazioni alternative, assolutamente esilaranti.

Ve le vado ad illustrare:

1) la punta del monte trapasserebbe lo strato di nuvole e, siccome queste sono translucenti, l'ombra che vediamo è dovuta al sole che proietta l'ombra del picco dall'alto invece che dal basso

La vetta del monte è del tutto visibile nelle foto, raggion per cui, è assolutamente evidente che questa non buca affatto lo strato altocumulo. Ma, anche se volessimo sforzarci di crederci, l'ombra proiettata dall'alto non sarebbe mai e poi mai fatta in questa maniera: 
l'ombra della punta proiettata sarebbe la parte più estrema dell'ombra stessa invece di quella più vicina  alla sagoma che l'ha generata,come avviene nel caso del monte Rainer.


Vi faccio un esempio di come sarebbe l'ombra proiettata secondo questa ipotesi.


In questa immagine possiamo vedere l'ombra proiettata sulle nuvole dall'alto della Roque de Conde, uno dei lendmarks dell'isola di Tenerife. Come potete vedere, la cima del monte si trova oltre le nuvole e la sua ombra si distende sul tappeto nuvoloso fino ad avere come limite estremo la punta.

Niente a che vedere con l'ombra del monte Rainer.



2) la superficie piatta (ed innevata?) del territorio circostante, funzionerebbe da SPECCHIO facendo rimbalzare i raggi solari che, quindi, proietterebbero l'ombra del monte dal basso verso l'alto sulle nuvole.

Peccato che la superficie attorno al monte Rainer non può assolutamente essere considerata a specchio, per quanto piatta essa voglia essere.

Non ci sarebbe nemmeno da spiegarlo il perchè. Già a livello materico, il terreno, di qualsiasi tipo esso sia (roccioso, limoso, sabbioso ricoperto di vegetazione o scabro), tende a propagare in maniera diffusa la luce che riceve, non a specchio. Ma vi faccio comunque vedere l'orografia del territorio in cui il monte Rainer si trova.




 http://www.topozone.com/map/?lat=46.8528&lon=-121.759


Questa mappa ci fa vedere chiaramente che il terreno attorno al monte Rainer è assolutamente rugoso e non può in qualsiasi modo comportarsi come uno specchio.


Quindi, mi sembra del tutto evidente che entrambe queste due spiegazioni alternative sono assolutamente campate in aria.

Vi lascio uno schema di sintesi che riassume quanto appena detto.

 
Quindi, grazie al caso del monte Rainer, abbiamo dimostrato definitivamente che il sole non si trova ad una quota di 4000-5000km, ma la sua altezza varia perchè la Terra è sferica e ruota su se stessa e quindi percepiamo il movimento apparente del Sole che scende fino a scomparire dietro l'orizzonte ed è perfino in grado di illuminare una vetta dal basso verso l'alto, cosa impossibile sulla Terra piatta, altrimenti dovremmo ammettere che il sole si può trovare ad una altezza dalla superficie di 2-3 km o perfino più in basso!

Per la Terra sferica, questo è assolutamente possibile, grazie alla curvatura terrestre. Di fatti, il sole può illuminare il monte Rainer dal basso senza dover necessariamente essere rapportato ad una quota di altitudine rispetto alla superficie terrestre, come avviene per la Terra piatta.

Vediamo perchè. Prendiamo questa foto e facciamo qualche ragionamento 


Questa foto è stata scattata dalla città di Tacoma, a 42 miglia (67 km) di distanza dal monte Rainer.


Guardate quanto è lunga l'ombra. E' sicuramente il risultato di una proiezione dal basso verso l'alto, ma quasi orizzontale al piano delle nuvole.
Ipotizziamo che l'ombra del monte Rainer venga proiettata fino a sopra la città di Tacoma anche se, probabilmente, non ci arriva.

Se facciamo un pò di calcoli ed usiamo un pò di trigonometria, possiamo verificare che i raggi solari, grazie alla curvatura terrestre, possono proiettare l'ombra del monte Rainer fin sopra alla città di Tacoma senza alcun problema, con un angolo di inclinazione tra 1-2 gradi.



Cosa impossibile per la Terra piatta, che per ottenere un risultato simile dovrebbe ammettere che i raggi solari arrivano da sotto la crosta terrestre!

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ADDENDUM

Come avrete potuto seguire dai commenti a questo post, c’è un amico anonimo di lingua inglese (da questo momento in poi, mi riferirò a lui come AI) che propone una lettura alternativa sul come si formerebbe l’ombra del monte Rainer e dove sarebbe proiettata.
Oltretutto, dal suo discorso non viene fuori in nessuna maniera dove pensa che si trovi il sole rispetto al monte ed alle nuvole.

Vediamo assieme perchè, anche questa ipotesi, non è fondata.


Estraggo alcune frasi significative, scritte da AI:  

Mountain shadows at sunrise and sunset are immensely long tunnels of unlit air. Almost all mountain shadows look triangular regardless of the mountain's shape. This is a perspective effect.

Le ombre delle montagne all’alba ed al tramonto sono immensi tunnel d’aria non illuminata. Quasi tutte le ombre delle montagne sembrano triangolari a prescindere dalla forma della montagna. Questo è un effetto prospettico 

The shadow area is between the clouds and the ground. Surely you will see the clouds THROUGH it on the pictures. Photos from different point of view should be fine to better represent the point of view of the observer. 

L’area d’ombra si trova tra le nuvole e la terra. Dalle foto, potrai sicuramente vedere che è possibile vedere le nuvole attraverso (lo strato d’aria non illuminato). Foto da diversi punti di vista dovrebbero essere utili per meglio rappresentare il punto di vista dell’osservatore. 

Air is a complex mixing of dust, aerosols and water drops that scatters and absorbs the rays throughout their long passage. Between the clouds and the ground you are observing a columns of sunlit air. Not more than that. 

L’aria è un mix complesso di polvere, aerosol (fluidi vari? (ndr)) e gocce d’acqua che disperdono ed assorbono i raggi attraverso il loro lungo passaggio. Tra le nuvole ed il terreno stai osservando una colonna di aria non illuminata. Niente di più. 

AI ci fornisce anche del materiale per sostanziare il suo commento.


http://www.atoptics.co.uk/atoptics/mtshform.htm 


 Riporto qualche immagine tra le diverse proposte da AI:
 

 http://www.atoptics.co.uk/atoptics/mshadim1.htm 


Troviamo anche una foto scattata dalla cima del monte Rainer:



http://www.atoptics.co.uk/atoptics/mtshad.htm 


Poi, AI introduce un novo argomento, dicendo che ciò che vediamo nella seconda immagine del monte Rainer dipende dai raggi anti-crepuscolari:

 
http://www.atoptics.co.uk/atoptics/clshad.htm 

 Riferendosi, quindi, a questa immagine:
 

§§§§§§§§§§§§§§§§§ 


Bene, abbiamo materiale sufficiente per poter analizzare il punto presentato da AI.

Vediamo che cosa non torna in quel che dice:

"Le ombre delle montagne all’alba ed al tramonto sono immensi tunnel d’aria non illuminata."

Ma, caro AI, questa non è una condizione speciale delle montagne illuminate all’alba ed al tramonto. QUALSIASI COSA, che venga illuminata da una luce direzionale, crea una zona di aria non illuminata.

Anche qui, in questa spettacolare immagine della Monument Valley in Arizona, abbiamo un volume di aria non illuminato, ma questo non impedisce alla luce di proiettare l’ombra del promontorio in primo piano su quello retrostante.


http://parkerlab.bio.uci.edu/nonscientific_adventures/monument_valley.htm 

Chiunque sa o può immaginare che tra i due promontori ci sia un volume d'aria non interessato dai raggi solari, che però non interferisce minimamente sulla proiezione dell'ombra.

Per poter essere vista, qualsiasi ombra deve NECESSARIAMENTE essere proiettata su di una superficie  sufficientemente densa che intercetti i raggi luminosi non oscurati dall’oggetto. 

Perché in tutto il tuo ragionamento, caro AI, c'è una interpretazione del fenomeno completamente errata:

Non è la zona non-illuminata a generare l’ombra, ma i raggi solari non bloccati che ne delineano il contorno.

E questa confusione si evince chiaramente da questa tua frase:

"L’aria è un mix complesso di polvere, aerosol e gocce d’acqua che disperdono ed assorbono i raggi attraverso il loro lungo passaggio. Tra le nuvole ed il terreno stai osservando una colonna di aria non illuminata. Niente di più."

Ma se un volume d’aria non è illuminato, quali raggi potrebbe mai disperdere ed assorbire?

Ma veniamo al tuo materiale ed agli errori piuttosto palesi che vi si possono rintracciare.

In particolar modo, vediamo cosa non va in questa rappresentazione:


Bene, questa rappresentazione è una interpretazione completamente errata del fenomeno.

In questo disegno si vuole far credere che, se prendiamo una qualsiasi delle immagini proposte da AI, l’osservatore stia guardando verso l’alto. Lo si evince dal fatto che la linea d’orizzonte si trova sotto la mezzeria dell’immagine:


E si vuole anche far credere che l’ombra venga proiettata sul cielo.

Peccato che la realtà evidenziata dalle tue foto, caro AI, non sia così.

Prendiamo un’immagine. Si tratta del vulcano Taide che si trova sull’isola di Tenerife:



1) Questa immagine è sicuramente stata scattata da un elicottero e, senza ombra di dubbio alcuna, la fotocamera è ruotata verso il basso perché, individuando la mezzeria dell’immagine, questa taglia parte del territorio.

2) L’orizzonte non è visibile, perché ci sono dei banchi nuvolosi diffusi al di sotto della cima del vulcano Taide, che lo coprono. Ma, con ogni probabilità, l’orizzonte si trova nella fascia indicata sull’immagine seguente.






In nessuna immagine da te proposta, caro AI, mai lo sguardo dell'osservatore è rivolto verso l'alto e mai la proiezione finisce su un cielo terso al di sopra dell'orizzonte. C’è sempre una coltre di nebbia nuvole al di sotto del punto di osservazione che copre la linea d’orizzonte e che raccoglie l’ombra dei picchi delle montagne.  Anche nella immagine scattata dal picco del monte Rainer.

Perchè nessuno ha mai sostenuto che, per il monte Rainer, le nuvole passano sempre sopra la vetta. Noi abbiamo presentato i casi in cui si verifica il fenomeno dell'ombra proiettata sulle nuvole.
Il altri giorni, ci saranno sicuramente anche situazioni in cui banchi di nuvole si formano a quote più basse.

In ogni singola foto, la presenza di una nuvola/banco di nebbia che raccoglie l'ombra è palese: in nessuna tra quelle proposte da te,  AI, è possibile rintracciare l'orizzonte.

Singolare poi è questa foto:


dove si vede un osservatorio sul promontorio Roque de los Muchachos che si trova sull’isola de La Palma, sempre nell’arcipelago delle Canarie.

Inutile ribadire che, anche qui, la presenza di nuvole/banchi di nebbia è palese e che l'ombra del promontorio non viene proiettato affatto nel cielo. Anche qui, l'orizzonte è piuttosto offuscato dalle nuvole, ma è percepibile che si trovi appena al di sopra della punta dell'ombra triangolare.

Ho fatto qualche ricerca ed ho trovato questa informazione particolamente interessante:

"Grazie alle peculiarità del clima palmero, e in particolare al fatto che le nubi si formano in uno strato compreso tra 1 e 2 km di altezza, sulla sommità del Roque de los Muchachos (al di sopra delle nubi) si trova l'Osservatorio del Roque de Los Muchachos, un gruppo di telescopi di varie nazionalità gestito in comune dall'Instituto de Astrofísica de Canarias e dalle nazioni proprietarie dei telescopi. Tra essi si trova anche il Telescopio Nazionale Galileo, il maggiore telescopio ottico italiano."

https://it.wikipedia.org/wiki/La_Palma 

Addirittura, in questo caso, è una condizione atmosferica PECULIARE quella di stratificazioni nuvolose al di sotto della vetta, tanto che l'osservatorio può godere dell'atmosfera limpida stando ad una quota più elevata.

Ma, ipotizziamo, per un momento, che l’atmosfera attorno al monte Rainer sia carica di polvere, aereosol e gocce d’acqua come affermi tu, caro AI.

Può essere questa una condizione che impedisce alla luce di proiettare un ombra su una superficie più densa?

La risposta è semplicemente NO.

Nemmeno in un ambiente denso di fumo, particelle di polvere e condensa d'acqua, questa condizione impedisce alla luce di proiettare delle ombre su delle superfici più dense.
Come si evince in queste due immagini:



In questi casi, i raggi luminosi che attraversano l'aria ricca di umidità, si evidenziano molto bene, similmente ai raggi crepuscolari/anti-crepuscolari, ma ciò non impedisce minimamente alla luce di proiettare la sagoma delle finestre su pareti e pavimenti. 

E' chiaro, caro EI?

Vi lascio con quest'ultima foto, sempre del monte Rainer, dove la limpidezza e l'evidenza della proiezione dell'ombra sulle nuvole è inequivocabile, anche alla luce di quanto detto.



Spero che la questione sia chiusa definitivamente.

Alla prossima.

R0D4N

mercoledì 7 settembre 2016

ALTAMAREA

gif animata tratta dal seguente video: https://youtu.be/glOSH8WQ_RI



È risaputo che le maree sono un fenomeno dovuto all'attrazione gravitazionale della Luna, ma spesso è poco chiaro come queste funzionino esattamente. 
Ragione per cui, i fraintendimenti al riguardo sono numerosi e portano i flat-earthers a porre diverse  obiezioni: 

 - Se la maree sono dovute all'attrazione della Luna, perché si formano anche dal lato della Terra opposto alla Luna, dove l'attrazione dovrebbe essere minima?

- Data la massa enormemente maggiore, l'attrazione gravitazionale che il sole esercita su di noi è maggiore di quella della luna, quindi perché il sole non crea delle maree più imponenti della luna? 

- Com'è possibile che l'attrazione della luna riesca a smuovere milioni di tonnellate d'acqua ma che non sia minimamente percepibile da parte nostra? 

Un'altra domanda posta spesso dei flat-earthers, che solo apparentemente non ha nulla a che fare con le prime tre è: 

-Se la luna ruota intorno alla terra, perché vediamo sempre la stessa faccia? 


Risponderemo a tutte queste domande, analizzandole una per volta, nel modo più chiaro possibile, mostrando che non vi è alcuna contraddizione con la teoria della gravità. Al massimo un po' di confusione nella comprensione di questi fenomeni. La marea è un moto periodico di ampie masse d'acqua (oceani, mari e grandissimi laghi) che si innalzano (alta marea) e abbassano (bassa marea) con frequenza giornaliera o frazione di giorno, solitamente circa ogni sei ore, ossia un quarto di giorno terrestre. 



Ciò che accade è che la luna, a causa della sua attrazione gravitazionale, genera due “ringonfiamenti” (le onde di marea): 

- Uno, in corrispondenza della posizione in cui si trova la Luna (logico, visto che si tratta dellla direzione verso la quale la Luna ci attrae); 

- L'altro, esattamente dalla parte opposta della Terra rispetto alla Luna (abbastanza contruitivo, ma spiegheremo a cosa è dovuto); Poiché la Terra ruota su se stessa, se fissiamo un punto su di essa (per esempio la città di Venezia), questo si muoverà rispetto ai rigonfiamenti. Quando si troverà in corrispondenza di uno di essi avremo l'alta marea, e allontanandosi il livello delle acque calerà dandoci la bassa marea. Poiché ve ne sono due, abbiamo che in un giro completo della terra (ossia 24 ore) si verificano due alte maree e due basse maree, e dunque la marea cambia ogni 6 ore circa. L'alternarsi delle maree è un'altra prova a sostegno della rotazione terrestre. 




Vediamo, ora, come sia possibile che la Luna generi un'onda di marea dalla parte opposta della Terra. 

Vi è la percezione diffusa che le maree siano causate dalla semplice attrazione gravitazionale della Luna, ma in realtà la situazione è un po' più complicata di così. 

Per spiegarla abbiamo bisogno di fare un passo indietro e capire perché la Luna orbiti intorno alla Terra. Il movimento di rivoluzione della Luna intorno alla Terra è frutto di un equilibrio tra due fattori: 

-L'attrazione gravitazionale della Terra 
-La forza centrifuga causata dalla rotazione della luna intorno alla Terra.

Queste due forze puntano in direzione opposte: infatti mentre la forza centrifuga spinge la luna verso l'esterno dell'orbita, la forza gravitazionale l'attira verso il suo centro.
Nella traittoria seguita dalla luna abbiamo che queste due forze si equivalgono esattamente e si cancellano quindi l'un l'altra, mantenendola ben stabile nella sua orbita.

Ora bisogna chiarire una cosa:
il fatto che queste due forze siano esattamente equivalenti non è frutto del caso. Infatti, se una delle due fosse preponderante sull'altra (per esempio se la forza centrifuga fosse più forte dell'attrazione terrestre), la Luna sarebbe costretta a cambiare orbita (sarebbe infatti spinta verso l'esterno dalla forza centrifuga), ma allo stesso tempo questo comporterebbe una variazione della forza centrifuga (aumentando il raggio dell'orbita, la forza centrifuga diminuirebbe, vi ricordate l'esempio della macchina?) e quindi le due forze finirebbero per equivalersi (aumentando il raggio dell'orbita, la forza centrifuga diminuirebbe fino ad essere esttamente uguale all'attrazione gravitazionale, e a quel punto l'orbita resterebbe stabile).

Il risultato è che qualunque corpo, che si muova nello spazio con sufficiente velocità, tende a raggiungere un orbita stabile dove la forza centrifuga e l'attrazione gravitazionale si equivalgono perfettamente.
È grazie a questo principio che possiamo lanciare i satelliti in orbita.

Riassumendo: l'attrazione gravitazionale della Terra e la forza centrifuga, insieme, tengono la Luna stabile nella sua orbita. 

Però a sua volta anche la Luna esercita un'attrazione gravitazionale, seppur di intensità minore, sulla Terra, quindi perchè la Terra non è attirata verso la luna?

La risposta è sempre la stessa: così come la Terra genera un movimento di rivoluzione della Luna, anche la Luna genera un movimento di “rivoluzione” della Terra. 

Per essere precisi sia la Terra che la Luna orbitano entrambi intorno allo stesso punto, ossia il centro di massa del sistema Terra-Luna. Essendo però la Terra molto più pesante della Luna, questo punto si trova molto più vicino alla Terra rispetto alla Luna, talmente vicino che si trova all'interno della crosta terrestre, a circa 1500 metri kilometri di profondità. La gif sotto illustra bene il movimento dei due astri:


La rotazione della Terra intorno al centro di massa dei due corpi, genera una forza centrifuga, che bilancia esattamente l'azione dell'attrazione lunare. Per questo motivo la Terra non è attirata verso la Luna, ma resta stabile nella sua “orbita”. 

Ma se l'attrazione lunare è perfettamente bilanciata dalla forza centrifuga, cos'è che causa le maree? 

Bisogna precisare una cosa: la forza centrifuga e l'attrazione gravitazionale si bilanciano perfettamente solo al centro della Terra. Quindi al centro della Terra abbiamo un equivalenza perfetta. 

La Terra però è grande, e tra il suo centro e la sua superficie ci sono 6300 kilometri. Quindi sulla superficie terrestre non vi è più l'equilibrio esatto, e una delle due forze prevale sull'altra. Motivo per cui, nella parte che si trova in corrispondenza della Luna, è l'attrazione lunare a vincere, e vi è una forza di marea diretta verso di essa. Al contrario, dalla parte opposta, è la forza centrifuga a essere più forte, e quindi la forza di marea è diretta in direzione opposta rispetto alla Luna!





La forza di marea è quindi un effetto della differenza tra l'attrazione della luna e la forza centrifuga.

L'importante non è quindi la forza di attrazione in sè, bensì come questa varia tra il centro e la superficie della Terra. Per questo motivo la Luna genera delle maree più importanti rispetto al Sole (circa il doppio).
Infatti, nonostante l'attrazione gravitazionale del Sole sia molto più grande rispetto a quella della Luna, abbiamo che il diametro della Terra è di dimensioni trascurabili rispetto alla distanza Terra-Sole, mentre non lo è in rapporto alla distanza Terra-Lluna.

Quindi l'attrazione gravitazionale del Sole, così come la forza centrifuga generata dalla rotazione della terra intorno al Sole, non variano granchè in poche migliaia di kilometri, e la forza di marea resta comunque piccola.

Quanto vale la forza di marea?

Perchè è capace di spostare grandi masse d'acqua, ma non ha alcun effetto su di noi? 

La forza di marea è molto, molto piccola. All'incirca dieci milioni di volte più piccola della forza di gravità terrestre. Per questo motivo è ridicolo pensare di poterla percepire.

Infatti, per un uomo di 80 kg, il suo peso cambierebbe di circa un milligrammo tra l'alta e la bassa marea, una differenza del tutto insignificante. Se però si considerano masse d'acqua molto ma molto grandi, ecco la forza di marea non è più trascurabile. 

Per esempio, le acque del mediterraneo hanno una massa di circa quattromila miliardi di tonnellate, che corrispondono ad una forza di marea pari al peso di 400 mila tonnellate, sufficienti a generare un dislivello di marea di mezzo metro in corrispondenza delle coste.

L'oceano atlantico, che contiene una massa d'acqua di gran lunga superiore, è di conseguenza in grado di dare origine a maree molto più consistenti, che possono raggiungere anche i 14 metri in bretagna.

Per questo motivo nei laghi la forza di marea non sortisce alcun effetto: non sono abbastanza estesi e non contengono abbastanza acqua.

Per contro, essa è in grado di deformare non solo le grandi masse d'acque, ma anche le grandi masse di crosta terreste: infatti in corrispondenza dell'equatore la forza di marea è in grado di sollevare il terreno anche di mezzo metro. Una differenza trascurabile per le normali attività umane, ma di cui bisogna tenere conto per la calibrazione del segnale GPS. 

E arriviamo così all'ultima domanda:
  
 - Se la luna ruota intorno alla terra, perché vediamo sempre la stessa faccia? 

La risposta è che la velocità di rotazione della Luna intorno a se stessa, è perfettamente sincronizzata con quella di rivoluzione intorno alla Terra, di modo che questa ci rivolge sempre la stessa faccia.




 L'obiezione dei flat-earthers è allora:

- Per quale strana coincidenza dovrebbe verificarsi un fenomeno del genere? 
- Quali sono le probabilità che le due velocità si corrispondano in modo così esatto? 

Si tratta di un'obiezione giusta, infatti non si tratta affatto di una coincidenza.

Non a caso, nel sistema solare quasi tutte le lune rivolgono sempre la stessa faccia al loro pianeta.
La ragione di questo sincronismo sono appunto le maree. 

Torniamo un attimo sulla Terra.
E' chiaro che le enormi masse d'acque, che vengono coinvolte in occasione delle maree, hanno bisogno di una grande energia per essere sollevate.

Da dove arriva questa energia?
Viene dalla rotazione terrestre. Infatti, date le dimensioni del nostro pianeta, nel suo moto di rotazione è “immagazzinata” una grande riserva di energia, ed è essa che alimenta le maree. Nonostante le sue dimensioni, questa “riserva” non è comunque infinita, e quindi si “consuma” col passare del tempo. Il risultato è, che a causa delle maree, la velocità di rotazione terrestre sta diminuendo. Per la precisione ogni giorno è più corto del precedente di 60 nanosecondi.

Una differenza a prima vista minima, ma che sui lunghi periodi si fa sentire: infatti a causa di questo rallentamento, la rotazione terrestre si ritrova ad essere in ritardo rispetto ai precisissimi orologi atomici che scandiscono il tempo internazionale.

Per questo motivo ogni tanto diventa necessario regolare di nuovo gli orologi aggiungendo un secondo (il cosidetto “secondo intercalare”). L'ultima volta che ciò è accaduto è stato il 30 giugno 2015, a cui è stato dato un secondo in più. 


Il grafico rappresenta la differenza tra il tempo coordinato internazionale (UTC) e il tempo solare (UT1). I segmenti verticali corrispondono ai seccondi intercalari.


Ebbene, così come la Luna è in grado di rallentare la rotazione della Terra, allo stesso modo la Terra ha rallentato quella della Luna. Ed essendo la Terra molto più grande, e la Luna molto più piccola, il risultato è che la Luna ha rallentato di parecchio, fino a sincronizzare perfettamente il suo movimento di rotazione con il movimento di rivoluzione. 

 Ripetiamo che la forza di marea non è in grado di spostare solo le acque, ma addirittura di deformare i corpi solidi: infatti le forze di marea generate dalla Terra, hanno causato sulla luna una “protuberanza” di alcuni kilometri. 
All'epoca della sua formazione, molto probabilmente la Luna ruotava su se stessa, e quindi questa protuberanza non era stabile, ma ruotava, restando diretta verso la Terra. La rotazione della protuberanza dava luogo ad una piccola ma significativa forza che rallentò la rotazione della Luna. Col passare del tempo (decine di milioni di anni), la luna arrivò a sincronizzarsi perfettamente con il suo moto di rivoluzione intorno alla Terra, annullando così lo spostarsi della protuberanza. 

La stessa cosa è accaduta in quasi tutte le lune del sistema solare, che mostrano sempre la stessa faccia al loro pianeta.

Addirittura, nel caso di Plutone, perfino il pianeta stesso è in rotazione sincrona con la sua luna. 

Si vede quindi come la forza di gravità, basta da sola a spiegare un gran numero di fenomeni (alternanza giorno e notte, eclissi, maree...). Il contrario di quanto accade sulla terra piatta, dove per ogni nuova questione, diventa necessario inventare qualcosa di nuovo (accelerazione dielettrica, “sole nero”, cupole infrangibili, ologrammi...).


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Autore: Paolo M. 






domenica 4 settembre 2016

Ma che caldo fa


Bisogna ammettere che i flatearthers si sono assunti un compito veramente arduo, dal momento che non solo sono in continua ricerca della prova regina della piattezza della Terra (cosa che non troveranno mai), ma devono faticare non poco nel produrre materiale per demolire tutti gli altri temi che dimostrano inconfutabilmente che la Terra è, in realtà, sferica. 

Ad esempio, esiste una campagna denigratoria costante e pervicace atta a denigrare non solo la NASA, ma anche tutte le altre agenzie spaziali (la russa RKA, l'europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA) che partecipano alla ricerca scientifica condotta sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) orbitante a 400 km attorno alla Terra.

Oggi vi voglio parlare di uno degli argomenti ammantati di scientificità che potrebbero dimostrare in maniera definitiva che non esiste nessuna ISS in orbita bassa terrestre ma che, invece, si aggiunge alla pila di pseudo prove senza valenza alcuna.




Se l'ISS si trova a 400km dalla superficie terrestre, ovvero nella TERMOSFERA ad una temperatura tra i 500-1500°C, come fanno gli astronauti a non ardere vivi? 

E come fa la stazione spaziale a dissipare tutto il calore emanato dal sole? 

In genere a corredo di queste domande viene presentato il seguente grafico quota-temperatura della stratigrafia atmosferica:



Inoltre, viene sottolineato il fatto che pochi materiali riescono a resistere a temperature così elevate. 

In special modo, il silicio di cui sono fatti i pannelli solari dell'ISS fonde ad una temperatura di circa 1400°C e l'arsenico di gallio, usato anche per il telescopio Hubble e per gli altri satelliti sempre orbitanti nella fascia della termosfera, fonde a temperature ancora più basse.

Quindi, sembra che dobbiamo arrenderci all'evidenza. Dobbiamo constatare che i flatearthers, almeno sulla NASA, hanno ragione.

O FORSE NO?

Forse, come al solito, potrebbe mancare qualcosa di importante nell'equazione terrapiattista che ci permetterebbe di vedere il problema sotto un'ottica diversa, QUELLA GIUSTA?

Come avrete già intuito, la domanda è assolutamente retorica.

Vediamo come mai, pur trovandosi nella Termosfera a temperature altissime, gli astronauti non vengono carbonizzati e la stazione spaziale non fonde.
Il problema sostanziale con la tesi terrapiattista è che si confondono i concetti di TEMPERATURA e CALORE.

Ma come, temperatura e calore non esprimono la stessa cosa? Se aumento il calore non noto un aumento della temperatura?

La risposta è: NON SEMPRE.

Capisco che questa dissociazione tra temperatura e calore sia anti-intuitiva, ma dobbiamo comprenderla.

Partiamo con il definire cosa sono TEMPERATURA E CALORE.

La TEMPERATURA è la MISURA dello stato di eccitazione di una o più molecole. Più le molecole si muovono e si agitano, più la misura di questo movimento aumenta. L'unità di misura generalmente usata per la temperatura è il grado Kelvin (°K) ma, per semplicità, possiamo tranquillamente riferirci al grado gentigrado (°C) o al grado Farehneit (°F) assolutamente equivalenti.



Il CALORE è la QUANTITA' di energia veicolata da un mezzo materico o radiazione elettromagnetica. Quindi, quando parliamo di calore, non è sufficiente parlare della temperatura della materia ma anche, e soprattutto, di QUANTA MATERIA si trova a quella determinata temperatura.

Vi ricordo i tre modi in cui il calore viene propagato, ovvero CONVEZIONE, CONDUZIONE ed IRRAGGIAMENTO.


Gli astronauti che soggiornano nell'ISS sono principalmente sottoposti al calore di convezione trasportato dall'atmosfera rarefatta ionizzata a 400km dalla superficie terrestre e dalla radiazione solare.

Bene, adesso che abbiamo capito cosa sono TEMPERATURA e CALORE, dobbiamo comprendere una cosa fondamentale:
Le elevatissime temperature riportate nella stratigrafia si riferiscono allo stato di agitazione delle molecole ionizzate della Termosfera, le quali, essendo estremamente rarefatte, non sono in grado di ardere o fondere alcunchè.

Pensate che la densità atmosferica nella Termosfera è circa 1 MILIARDO di volte inferiore a quello della Troposfera, ovvero sulla superficie terrestre dove viviamo noi.

Facciamo qualche esempio per riportare la comprensione intuitiva sulla giusta strada.

1) Prendiamo una pentola piena d'acqua e mettiamola sul fornello.


Una volta che l'acqua è arrivata ad ebollizione, avremo la seguente situazione:

Sia le molecole d'acqua nella pentola, che quelle che si sollevano sotto forma di vapore, si trovano ad una temperatura di 100°C.
Eppure, possiamo mantenere per qualche secondo la mano immersa nel vapore che si solleva dalla pentola senza subire danni, mentre se immergiamo la mano nell'acqua bollente ci scotteremo immediatamente con ustioni di vario grado. 

Questo perchè, a parità di temperatura, la quantità di calore veicolata dal vapore è inferiore rispetto a quella trasferita dall'acqua bollente alla mano quando la immergiamo.



2) Lo stesso concetto lo ritroviamo nel principio della SAUNA


L'ambiente umido della sauna raggiunge temperature tra gli 85°C-100°C, eppure nessuno viene cotto a vapore soggiornandovi. Questo perchè il contenuto d'acqua che raggiunge queste temperature è rarefatto (tra il 20% ed il 50% di umidità) e quindi il calore diffuso al suo interno è sopportabile. Nel grafico seguente potete vedere come, se vogliamo aumentare il contenuto d'acqua nella sauna, dobbiamo necessariamente ridurre la temperatura, mantenendo essenzialmente costante il calore.

Per poter fare un bagno di vapore, ad esempio, dobbiamo scendere ad una temperatura tra i 40°C-50°C. (il contenuto d'acqua può salire addirittura all'85% - 90%)

Qualcuno potrebbe sostenere che, comunque, una eccessiva permanenza in una sauna accesa condurrebbe comunque alla morte, perchè il corpo riscaldato del malcapitato tenderebbe, nel lungo termine, a raggiungere la temperatura all'interno della sauna accumulando calore.

Ma esiste una sostanziale differenza tra l'esempio riportato della sauna e la condizione in cui si trova la stazione spaziale. Una persona chiusa in una sauna per un lungo periodo non solo non si trova in condizioni di atmosfera rarefatta spinta, ma tale atmosfera non è nemmeno racchiusa in uno spazio limitato, capace di mantenere l'energia termica prodotta.

Le particelle ionizzate della termosfera non sono minimamente in grado di simulare la condizione di aria a basso contenuto di umidità di una sauna, e questo a prescindere dalla capacità della stazione di dissipare calore per irraggiamento, cosa che al malcapitato nella sauna purtroppo non riesce. Il calore irrisorio trasferito dalle scarsissime particelle alla stazione semplicemente non riesce ad elevare la temperatura della stazione spaziale.


3) Vi presento un'ultimo esempio che, in qualche modo, rapresenta un pò di più quello che è l'effetto delle particelle ionizzate: la sigaretta accesa.


(Sia ben chiaro che il mio intento non è assolutamente quello di invogliare in nessun modo al consumo di sigarette)

Perchè ho tirato fuori la sigaretta? 
Perchè la punta di sigaretta accesa raggiunge anche temperature di 800°C.

Se malauguratamente vi capita di spegnervi una sigaretta sulla pelle, non sarete carbonizzati all'istante, ma avrete semplicemente una antipatica bruciatura locale, seppur dolorosa.
Viene da sè che non serve un sistema di refrigerazione per proteggervi dalla temperatura di 800°C di una sigaretta che vi ustiona la pelle. Basta semplicemente coprirvi in maniera adeguata le parti del corpo a rischio ustione.

La punta della sigaretta non è affatto in grado di trasferirvi il calore necessario ad uccidervi, sebbene parliamo di una temperatura pazzesca di 800°C. 


Perchè vi ho detto che le particelle ionizzate della termosfera si comportano come la punta di una sigaretta?

Perchè è stato rilevato che la termocoperta che copre il portellone di uscita dalla stazione spaziale, presenta delle bruciature da particelle ionizzate, del tutto simili a quelle di una sigaretta accesa.


Così come la punta della sigaretta, le particelle nella termosfera non sono in grado di trasferire calore sufficiente per cuocere gli astronauti come polli allo spiedo, ma è comunque necessario che gli astronauti si proteggano.

Riassumendo: Il riscaldamento termico per convezione dovuto dalle particelle ionizzate nella Termosfera, sebbene a temperature elevatissime, praticamente non esiste

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Parliamo, adesso, dell'altra forma di calore alla quale è sottoposta sia la stazione spaziale che gli astronauti quando vanno in attività extraveicolari:

L'irraggiamento termico da parte del Sole.

L'irraggiamento termico solare è energia termica veicolata mediante le onde elettromagnetiche emesse dal sole.

Il riscaldamento dovuto ai raggi solari è decisamente molto più significativo del calore fornito dalle particelle ionizzate.

Senza ricorrere a calcoli piuttosto complessi per capire l'entità dell'energia per irraggiamento termico, è importante sapere che gran parte delle radiazioni termiche solari vengono riflesse sia dalla superficie bianca della stazione spaziale che dalle tute bianche degli astronauti (albedo).

Quindi, buona parte dell'energia proveniente dal sole per irraggiamento viene riflessa, mentre la restante scalda l'involucro esterno dell'ISS.

Quando l'irraggiamento solare viene a mancare poichè la stazione spaziale entra nella zona d'ombra attorno all Terra, l'ISS può dissipare il calore in eccesso sotto forma di luce infrarossa.


Si viene, così a delineare un ciclo di riscaldamento-raffreddamento bilanciato, che comunque interessa in modo minore l'habitat interno della stazione spaziale, dal momento che la temperatura all'interno della stazione viene mantenuta pressochè costante grazie all'isolamento termico incorporato nella struttura dei moduli ed al sistema di climatizzazione interna.

In generale, le temperature all'interno dei moduli della ISS variano tra i 19°C ed i 27°C.

Per questo non si creano fenomeni di surriscaldamento della ISS.

La chiave di tutto risiede nel fatto che nonostante il vuoto spaziale impedisca alla ISS di raffreddarsi per conduzione, questa può comunque farlo per irraggiamento, cosa, ad esempio, impossibile in un sistema a camera chiusa come possono esserlo una sauna o un forno.



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Anche gli astronauti che escono per missioni extraveicolari possono subire degli sbalzi di temperatura significativi nel caso si trovino esposti alla radiazione solare diretta o meno. 

Per questo motivo, gli astronauti, oltre ad essere equipaggiati di tute spaziali con una riflettività molto alta ed un buon isolamento termico, indossano un indumento di raffreddamento ad acqua per la climatizzazione corporale. 





Il modello in figura, ad esempio, è un indumento indossato dagli astronauti per il raffreddamento ad acqua e ventilazione  corporea (Liquid Cooling and Ventilation Garment - LCVG) che permette di recuperare anche l'umidità del corpo che si forma negli arti e quella dovuta alla respirazione sotto il casco di chi lo indossa, mantenendolo asciutto.



Avete capito perchè i flatearthers, anche in questo caso, non sanno di cosa parlano?


Come consigliato da Paolo, vi rimando per qualche approfondimento sul sistema di isolamento e climatizzazione interna della stazione orbitante al forum astronautico.

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=10796.0