I flatearthers sono convinti che il sole sia molto più vicino di quanto
affermi la “scienza ufficiale”, e le loro immagini preferite per
dimostrarlo sono due:
LE NUVOLE DIETRO AL SOLE:
I RAGGI CREPUSCOLARI:
Cerchiamo di capire quanto viene affermato e cosa succede in realtà in entrambi i casi.
Nel primo caso si sostiene che la vicinanza del sole sia comprovata dal fatto che le nuvole possano passarvi dietro. Infatti, se il sole passa davanti alle nuvole, vuol dire che è più vicino delle nuvole stesse. Anzi, vuol dire anche che si trova più in basso delle nuvole che passano dietro di esso.
C'è però un problema: se davvero fosse così, anche la teoria della terra piatta sarebbe falsa. Infatti, secondo i flatearthers il sole si trova a circa 4000 km di altezza, che effettivamente è molto di meno del dato ufficiale di 150 milioni di km, ma sono pur sempre 4000 km!
Le nuvole più alte, invece, si formano al massimo a 14 km di altezza:
Affermare quindi che certe nuvole si trovano più in alto del sole equivale a sostenere che il sole si trova a meno di 14 km di altezza, il che contrasta con tutto il resto che viene affermato dagli flatearthers, oltre ad essere ridicolo: se infatti il sole si trovasse a 14 km di altezza (più in basso delle nuvole), ma a 5000 km di distanza (in corrispondenza dell'equatore) allora dovremmo vederlo molto, ma molto in basso nel cielo.
Dovremmo volarci sopra con gli aerei e i palloni aerostatici. Le nuvole dovrebbero poter incontrare il sole stesso. È chiaramente un'assurdità.
Ma allora come si spiega la foto sopra?
Ebbene, si tratta di un semplice effetto ottico facilmente riproducibile. Ogni macchina fotografica, ha una soglia massima di luminosità, superata la quale non riesce più a fare alcuna distinzione.
Due oggetti, entrambi più luminosi di questa soglia, appaiono entrambi con la luminosità massima disponibile, e non è possibile fare alcuna distinzione tra i due.
Il sole è un ottimo esempio di oggetto molto luminoso, che supera la soglia di luminosità massima della macchina fotografica. Nella foto, viene quindi attribuita la luminosità massima disponibile (che è comunque inferiore alla luminosità reale). Se vi passa davanti una nuvola non molto spessa, può accadere che la luminosità del sole venga si diminuita, ma che resti comunque maggiore della soglia di luminosità massima. Quindi di nuovo, la macchina fotografica assegna la luminosità massima disponibile:il risultato è che la parte di sole con la nuvola davanti e la parte di sole senza nuvola, entrambi con la luminosità massima, appaiono uguali.
Facciamo una semplice analogia:
consideriamo una bilancia con fondo scala a 5 kg (che corrisponderebbero alla luminosità massima gestibile dall'apparecchio fotografico), e immaginiamo di appoggiarvi sopra un sacco di patate da 10 kg (che sarebbe il nostro sole, la cui luminosità supera la massima luminosità gestibile dalla macchina fotografica). La lancetta della bilancia segnerà allora il peso massimo gestibile, 5 kg.
Ora immaginiamo di togliere alcune patate dal nostro sacco (la nostra nuvola), il peso del sacco sarà si diminuito, ma resterà comunque superiore a 5 kg, e quindi l'ago della bilancia continuerà a segnare sempre lo stesso peso, senza muoversi. Saremmo quindi tentati di giungere alla conclusione sbagliata che le patate che abbiamo levato non hanno alcun peso.
Questo accade perché abbiamo spinto lo strumento al di là delle quantità che può gestire.
Come si può riprodurre questo effetto ottico?
Ecco un semplicissimo esperimento molto facile da riprodurre (per realizzarlo mi sono ispirato a questo:
Abbiamo bisogno di pochissime cose:
- Una lampadina, che rappresenterà il nostro sole:
- Una lampadina, che rappresenterà il nostro sole:
- Una “nuvola”, che potete ritagliare utilizzando della carta da forno o della pellicola fotografica:
- E, chiaramente, un apparecchio fotografico, nel mio caso, quella del mio cellulare.
Dopodiché facciamo passare la “nuvola” davanti al “sole”:
Ed ecco, che nonostante la povertà dei materiali, abbiamo riottenuto lo stesso effetto:
la luminosità della lampadina, seppure sia filtrata dalla carta da forno, supera la soglia di luminosità massima della fotocamera, dandoci l'effetto che la carta da forno passi dietro alla lampadina.
Con questo, il discorso sull'effetto delle nuvole dietro il sole mi sembra completamente risolto.
Possiamo occuparci allora del secondo effetto ottico spesso invocato dagli flatearthers: i raggi crepuscolari (si chiama così quell'effetto, che si osserva in particolari condizioni atmosferiche, nel quale i fasci di luce solare sembrano irradiarsi da un unico punto).
I flatearthers sostengono che questo effetto dimostri che i raggi del sole non siano paralleli, perché sarebbero chiaramente visibili le diverse angolazioni.
Nuovamente, la conclusione che ne viene tratta, è che il sole si trovi molto vicino a noi. Anche in questo caso però vale il discorso di prima:
noi vediamo i raggi del sole divergere, con angolazioni esagerate, a partire dalla nuvola, quindi questo ragionamento sembrerebbe sostenere l'ipotesi assurda (già confutata poco fa) che il sole si trovi alla stessa altezza delle nuvole.
Ricordiamo di nuovo, che nella teoria della terra piatta, il sole si trova comunque a 4000 km di altezza e a 6000 km di distanza, quindi anche se un'angolazione fosse visibile, questa dovrebbe essere molto, ma molto minore a quella mostrata nella foto.
Le zone d'acqua che nella foto sono illuminate con angoli molto diversi, sono troppo vicine perché un sole a migliaia di km di distanza (distanza del sole secondo i flatearthers) possa illuminarle in quel modo. Quindi non ha senso giustificare queste foto sostenendo che siano dovute al fatto che il sole si trovi “solo” a poche migliaia di kilometri da noi.
Allora qual è la spiegazione?
Ebbene, è molto semplice, si tratta semplicemente di un effetto dovuto alla prospettiva.
Infatti è ben noto che, in prospettiva, le linee parallele ci appaiono come se convergessero ad un unico “punto di fuga”. È la stesso motivo per il quale abbiamo l'impressione che i binari del treno convergano in un unico punto: è ben chiaro che in realtà sono paralleli, e che l'angolazione è solo un effetto dovuto alla prospettiva.
Se cercate un esempio in “verticale”, vi propongo questa foto dell'Empire State Building visto dal basso: le linee delle vetrate, che nella realtà sono parallele, sembrano convergere ad un punto per effetto della prospettiva.
All'alba e al tramonto, cioè i momenti migliori per osservare questo fenomeno ottico, il sole è basso all'orizzonte, e quindi i fasci luminosi sono molto inclinati rispetto alla nostra visuale.
Per questo motivo l'effetto di convergenza è così marcato.
Se potessimo cambiare visuale, e avessimo modo di osservare i raggi crepuscolari dall'alto, potremmo constatare che in realtà sono paralleli.
Per esempio è esattamente questo che osserviamo in questa foto, che ci mostra come in realtà stanno le cose:
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Anche in questo caso possiamo fare una semplicissima prova.
Prendiamo dei ferri da maglia, e disponiamoli in verticale in modo che siano paralleli tra di loro. Questi ferri rappresenteranno i raggi solari:
Ora scattiamo una foto dal basso dei “raggi luminosi”:
Ed ecco che, per effetto della prospettiva, questi sembrano convergere in un punto, esattamente come accade per i raggi crepuscolari.
In conclusione, quindi, sia le foto che ci mostrano le nuvole dietro il sole, sia quelle che mostrano i raggi crepuscolari, così spesso utilizzate per propagandare la terra piatta, sono in realtà contraddittorie con la teoria stessa, e hanno una semplice spiegazione alternativa.
In ogni caso, ciò non implica che la Terra sia sferica, si tratta solamente di due effetti ottici che non aggiungono nulla alla questione, ma che ci insegnano, che prima di farci impressionare da una foto e di gettarci sulle “spiegazioni” facili, sarebbe meglio, come sempre, informarsi un po'.
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Paolo M.